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La Casa Immaginata - il filo di Arianna

il filo di Arianna LA CASA IMMAGINATA il filo di Arianna
Installazioni e performance di Giulia Apice, Giorgia Baroncelli, Cecilia Damiani, Nicoletta De Santoli, Ilaria Pennoni

La Casa Immaginata giunge alla V edizione e incontra Arnia, progetto di mappatura delle artiste e degli artisti più interessanti del panorama nazionale under 33. Confermando la vocazione degli spazi del Boutique Hotel dei Papi, particolarmente attenta a indagare il multiforme mondo femminile, Rosanna Stoppani ha invitato Giulia Apice, Giorgia Baroncelli, Cecilia Damiani, Nicoletta De Santoli e Ilaria Pennoni. Le artiste trascorreranno alcuni giorni nella residenza e daranno vita a installazioni e performance site specific, visibili il giorno 17 ottobre. La curatrice ha pensato alla propria casa come a un labirinto, all'interno del quale i lavori dialogano, collegati tra loro da il filo di Arianna. Il labirinto è paradigma del viaggio esistenziale nell'intricata rete di informazioni, che caratterizza la postmodernità. Arianna, solenne e ieratica, in aiuto protende il gomitolo per affrontare questo percorso iniziatico. L'itinerario ascensionale comincia con da qui, la verità della ravennate Giorgia Baroncelli. La pseudo cupola, che rimanda al mausoleo di Galla Placidia, è l'antro del labirinto. Luogo oscuro e sacrale impreziosito dai moduli oro, foglie lucenti che smussano gli spigoli e deformano i contorni. Il filo narrativo si dipana e torna su se stesso, fino a divenire tessuto con i lenzuoli di Giulia Apice. In una camera effimera, concepita dall'artista dentro una camera, incontriamo Arianna. Con Bagdad, Giulia celebra la donna in quanto creatura affascinante ed enigmatica. I lenzuoli, come pareti affrescate, mettono in immagine la vicenda dell'eroina cretese, emblema di una femminilità fragile e ambigua. Arianna detiene la chiave del dedalo e lo sconfigge, la figlia di Minosse è autrice e vittima di una dinamica che è in sé labirintica e riflessiva. Il filo è anelito alla costruzione di un legame e, per contrappasso, prelude all'abbandono. Con la performance Pensavo fosse un sogno e invece era il passato, Nicoletta De Santoli esprime la profonda solitudine della contemporaneità. La società liquida ha sfatato il mito dell'unione così, ancora una volta e per tragica ironia, la libertà consentita dall'individualismo conduce sul filo del baratro di una profonda solitudine. Ovunque riecheggia il lamento di Arianna. La spiaggia di Nasso, deserta e meravigliosa, diventa teatro atemporale nel quale va in scena l'incubo di un presente svincolato da ciascun legame. Il percorso di ascesa e liberazione si conclude con l'opera a quattro mani di Cecilia Damiani e Ilaria Pennoni. Cadendo generosa dall'alto, la luce illumina il passaggio. Pris entre-deux feux, una controparete impreziosita da stoffe pregiate, racconta una lunga storia di filatura, tessitura, cucitura e ricamo. Cecilia dipinge corrosive immagini floreali, mentre Ilaria segna indelebili tracce di combustione. In modo corale le due artiste costruiscono, per sottrazione, un omaggio a tutte le Arianne. Insieme elevano un inno alla natura complessa del femminile: sensibilità e forza sono trama e ordito di un unico disegno. È sempre un gioco di intrecci e di contrasti, usciamo dal dedalo dell'arte per rientrare nel labirinto della vita.




Pubblicato il: 14/10/2024

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